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Come amante della lettura tanto quanto del ricamo, possiedo una vasta collezione di libri sull’argomento, molti dei quali hanno influenzato profondamente il mio lavoro quotidiano. Tuttavia, devo ammettere che nessuno di questi testi, che spaziano dalla storia del costume alla tecnica del ricamo, si avvicina a I Fili della Vita o Threads of Life di Clare Hunter. Definirlo il mio libro preferito sarebbe un eufemismo: è un’opera che parla direttamente alla mia anima.

In I Fili della Vita, Clare Hunter — artista del ricamo, curatrice di mostre e creatrice di stendardi con oltre trent’anni di esperienza — esplora la storia umana attraverso l’arte del ricamo, dimostrando come questa pratica abbia plasmato il nostro passato.

Il libro affronta temi profondamente connessi all’esperienza umana, come la religione, i viaggi, la protezione delle persone care, la ribellione, la salute mentale, la superstizione e l’arte. Ogni capitolo si concentra su un aspetto diverso, ma ciò che rende questa lettura davvero speciale è la passione che l’autrice infonde in ogni parola. Sembra quasi di sentirla attraverso le pagine, come se la sua devozione per il ricamo diventasse tangibile.

Clare Hunter analizza inoltre il ricamo in molte culture diverse, spiegando come punti che oggi utilizziamo in modo decorativo abbiano radici antiche e scopi specifici. Per esempio, nel settimo capitolo, parlando del ricamo come strumento di protezione, cita il punto catenella:“Il semplice punto catenella è comunemente usato in India perché ogni punto è collegato al successivo, senza lasciare spazi attraverso cui il male possa penetrare. Il suo utilizzo, insieme ad altri punti intricati, è pensato per creare barriere inespugnabili.”Hunter esplora anche il ricamo come mezzo per preservare l’identità personale. Spiega come, in situazioni estreme, una persona potesse utilizzare ago e filo per mantenere il proprio equilibrio mentale o lasciare un segno della propria esistenza a chi, un giorno, avrebbe potuto ritrovare il manufatto.

“Il cucito ha una risonanza più profonda. Riannoda un senso di identità, recupera una cultura, ancora comunità alla deriva dalla propria storia sociale e genera uno spirito comunitario, mantenendo al contempo le future generazioni in contatto con il loro patrimonio.”

Riflettendo sul mio lavoro, spesso mi accorgo di come ogni punto che eseguo racconti qualcosa delle mie emozioni e dei miei pensieri. Un filo troppo stretto o troppo lento può rivelare se ero stressata o rilassata. Questo libro coglie meravigliosamente come ogni pezzo ricamato, conservato in un museo o esposto in una mostra, racconti una storia sul suo creatore, anche quando il suo nome rimane sconosciuto.

In definitiva, credo che I Fili della Vita sia un libro che celebra il bisogno profondamente umano di condividere la propria storia. Clare Hunter intreccia la sua narrazione personale portando il lettore attraverso i secoli e i continenti, rivelando l’antica, universale e spesso inesplorata bellezza e potenza del cucito.